Sonno e allattamento

Molte volte si è portati a pensare che l’ostacolo ad allungare un po’ i periodi di sonno notturno del neonato e del lattante sia l’allattamento al seno. Non esiste alcuno studio che provi che alimentare con il latte artificiali abbia come conseguenza certa, un sonno duraturo.

Il bambino alla nascita ha bisogno non solo fisiologico di alimentarsi, ma anche di rassicurazione: specialmente durante la notte si attiva l’istinto arcaico di ricercare protezione da parte di chi si prende cura di lui.

Si può dire che la composizione a maggioranza di grassi del latte in formula, renda la digestione delle poppate più difficile e laddove non provochi comunque disturbi come coliche o reflusso, rende i periodi di sazietà notturna più lunghi solo perchè più difficile da digerire.

Il latte materno, composto per la maggior parte da zuccheri invece, è di immediata disponibilità per l’organismo e viene assimilato più velocemente, portando il bimbo alimentato al seno a ricercare più poppate nello stesso arco di tempo.

Ciò che nel tempo può diventare una sorta di “stampella” del sonno infatti è la suzione che può essere del seno, come del biberon.

Se esiste questa associazione che è importante sottolineare è del tutto naturale, tra suzione e sonno, è probabile che il bimbo si risvegli alla fine di ogni ciclo del sonno , ricercando ciò che lo concilia ogni volta che si deve riaddormentare.

Uno dei motivi di molteplici risvegli, ove per numero e durata, in base all’età del bambino, si possano dire non fisiologici, potrebbe essere questa associazione.

Ma non c’è alcun motivo di terminare l’allattamento al seno per ridurli!

Si può con un amorevole lavoro di pazienza e presenza, dissociare gradualmente il seno dall’addormentamento.

Per questo è possibile arrivare ad un allattamento sereno e a termine, riuscendo a dormire notti serene di lungo riposo.

E il papà in questo percorso può essere un nostro grande alleato, ci avevi mai pensato?